Di alimenti light si sente parlare sin dagli anni ’80, quando per la prima volta sono apparsi sugli scaffali dei supermercati; oggi, dopo alcuni decenni, l’offerta è cresciuta tantissimo e circa il 70% dei più comuni prodotti alimentari esiste anche nella sua variante “leggera”.
Dato che l’offerta cresce a seconda della domanda di mercato, appare ovvio che il consumo di cibi light si è ampiamente diffuso, in particolar modo tra coloro che seguono una dieta ipocalorica e vedono in questi prodotti una valida alternativa.
Ma gli alimenti light cosa sono in realtà? Sono davvero utili al fine di mantenere il peso forma? E soprattutto, sono veramente più salutari?
Cosa sono i prodotti light
Per chiarire al meglio la reale natura degli alimenti “leggeri” iniziamo dalla definizione di prodotto light: secondo la normativa europea un cibo può essere definito light solo se presenta un contenuto energetico e nutritivo almeno del 30% inferiore rispetto a quello di un prodotto tradizionale.
Detto ciò la seconda domanda che ci si pone è: come avviene tale riduzione dell’apporto calorico di un alimento?
Considerato che ad oggi sugli scaffali di qualsiasi negozio, dal più piccolo alimentari al più grande e fornito supermercato, si possono trovare dolci, ma anche carni, formaggi, bibite, latte, condimenti e tutta una lunga serie di altri prodotti con dicitura “light”, diventa davvero difficile comprendere la reale natura di questi alimenti moderni.
Dato che a definire l’apporto calorico di un alimento è la percentuale di zuccheri e grassi in esso contenuti, la sua riduzione può avvenire unicamente mediante la diminuzione di tali contenuti.
Nel caso della riduzione del contenuto di zucchero, quest’ultimo viene sostituito dai cosiddetti edulcoranti, ovvero dolcificanti privi di valore energetico; nel caso, invece, della riduzione di grassi, ovvero del contenuto lipidico di un alimento, essi vengono compensati da un aumento della percentuale di acqua oppure dall’uso di surrogati del grasso, ad esempio miscele proteiche o di carboidrati.
Molti cibi light, inoltre, sono il risultato dell’utilizzo di veri e propri sostituti artificiali del grasso, sostanze sintetiche che vengono espulse dall’organismo senza essere digerite.
Detto ciò, un prodotto light contiene effettivamente una minor quantità calorica totale ma, non essendo naturale, non sempre risulta più sano di un suo pari non light.
I pro e i contro del consumo di prodotti light
Partendo dal presupposto che un alimento light è per definizione meno calorico del suo equivalente tradizionale, sembra scontato che il suo consumo sia più dietetico e che quindi sia di conseguenza anche più sano.
Il primo problema che si pone è che consumare prodotti light non garantisce di per sé alcuna riduzione del peso corporeo, sono infatti le buone abitudine alimentari e un corretto stile di vita gli unici alleati di una dieta sana ed equilibrata.
Spesso, infatti, erroneamente convinti che i prodotti light non facciano ingrassare, si tende a consumarne una quantità maggiore rispetto al loro pari non light, annullando così completamente il vantaggio di partenza.
Il rischio è che si preferiscano i prodotti light convinti del fatto che questa abitudine sia sana, e soprattutto sufficiente a mantenere il giusto peso corporeo, con il conseguente errore di arrivare ad abusare di questa categoria di alimenti.
Insomma, non è sufficiente consumare prodotti light per dimagrire, e nemmeno per mantenere stabile il proprio peso; a fronte di una sana alimentazione, una giusta attività fisica e un corretto stile di vita, il consumo moderato di alimenti light può essere considerato alla stregua della classica ciliegina sulla torta.
Questo perché, nonostante il minore apporto di grassi, un dessert versione light resta sempre un alimento ad alto contenuto calorico, che è sempre preferibile assumere con moderazione.
Un altro importante aspetto da considerare in merito ai cibi light è la qualità nutrizionale di tali alimenti; dato che i cibi che ingeriamo sono l’unico mezzo a nostra disposizione per assumere i principi nutritivi indispensabili per il corretto funzionamento del nostro metabolismo, ne deriva la grande importanza di consumare alimenti che ne siano ricchi.
In questo contesto accade che, attraverso i processi di trasformazione cui vengono sottoposti gli alimenti light, vengano di fatto perse una buona quantità di vitamine, nonché di acidi grassi essenziali; inoltre, sempre durante tali processi industriali, vengono aggiunti svariati additivi che, anche se considerati non pericolosi per la salute, di certo non forniscono alcuna sostanza utile per il nostro organismo.
Ne deriva che per essere certi di consumare l’alimento più adatto alle diverse esigenze è sempre importante leggere attentamente le etichette; non è sufficiente, quindi, la dicitura “light”, e in molti casi sarebbe meglio mangiare poco piuttosto che mangiare “leggero”.
Abbagliati dalla scritta “light” si potrebbe pensare che un prodotto con pochi zuccheri o pochi grassi, o addirittura a 0% di grassi, sia più sano di un prodotto tradizionale, quando in realtà i grassi sono necessari all’organismo, ad esempio per facilitare l’assorbimento di vitamine quali la vitamina A, la D, la E e la K.
Inoltre, zuccheri, grassi e sale, così come le proteine, risultano dannosi per la salute solo se introdotti in eccesso, e per limitarne l’assunzione non è sufficiente consumare prodotti light, ma selezionare gli alimenti e bilanciarli in funzione delle proprie esigenze specifiche e del proprio stile di vita.
Ammesso, quindi, che si abbia la necessità di eliminare dalla propria dieta grassi e zuccheri perché si desidera dimagrire, è di fondamentale importanza assicurarsi di sostituire questi preziosi elementi con nutrienti che non siano più dannosi dei primi.
Ad esempio, nel caso si consumino prodotti light nei quali lo zucchero è stato eliminato ma sostituito con il ciclammato o la saccarina, possiamo teoricamente affermare che questi alimenti, definiti “leggeri”, siano in realtà più pericolosi per la nostra salute rispetto a quelli tradizionali, in particolare in caso di forte consumo.
Per fare chiarezza sulle più comuni incomprensioni dovute alla superficialità con cui spesso si acquistano i prodotti light, se sostituiamo il famigerato colesterolo con gli acidi grassi vegetali, ovvero olio di palma, olio di cocco o acidi grassi trans o idrogenati, perché la semplice dicitura “vegetale” tende a tranquillizzare il consumatore medio rispetto al termine “animale”, nella realtà ci stiamo mettendo più a rischio sia per disturbi cardiovascolari che per problemi tumorali di quanto non accadrebbe nel caso del colesterolo.
Di fatto, gli alimenti light possono risultare vantaggiosi soltanto in casi particolari, ovvero quando diventa necessario eliminare in modo drastico l’assunzione di determinati nutrienti per problemi specifici; ad esempio lo zucchero nel caso del diabete, il colesterolo per chi soffre o ha sofferto di problemi cardiaci e il sodio nell’ipertensione.
Il consumo di cibi light risulta troppo spesso essere un classico esempio di cattiva educazione alimentare, ovvero il risultato della ricerca di una strada facile per perdere peso quando in realtà, come abbiamo ampiamente evidenziato, non si tratta di un cammino corretto ne tanto meno efficace.
L’esempio più eclatante di tale cattiva educazione alimentare sono gli Stati Uniti, dove sono nate quasi tutte le varianti sintetizzate di prodotti alimentari, alleggeriti o fortificati, e dove però il problema dell’obesità è in costante aumento; si tratta, quindi, di un vero e proprio controsenso.
Laddove si preferiscono cibi light, allo scopo di cercare una strada veloce e facile verso il controllo del peso, quindi, si finisce per produrre l’effetto contrario; adottare sane abitudini alimentari, soprattutto per coloro che hanno gravi problemi di peso, non è facile, e il pensiero che possa esserlo si traduce in un aggravamento della situazione.
Anche nel nostro Paese, nel quale si partiva da una sana cultura del cibo, negli ultimi decenni si assiste ad un drastico peggioramento delle abitudini alimentari, complici anche gli alimenti light che, in questo senso, possiamo definire “truccati”.
In ultima analisi i cibi light possono, quindi, rappresentare unicamente un supporto alla dieta dimagrante, possono eliminare qualche caloria, ma non possiedono alcune funzione benefica di per sé, ne possono essere considerati più sani della loro variante tradizionale.
Se state cercando un metodo per perdere peso, quindi, non affidatevi in alcun modo agli alimenti light, ma affrontate la situazione dandole la giusta importanza; quando si parla di dieta si sta parlando di salute, non si tratta di scegliere la strada più breve né quella più facile, ma unicamente quella più efficace e vantaggiosa in termini di benefici fisici.
E se proprio desiderate acquistare un prodotto light, per sostituire un cibo altamente calorico del quale non riuscite a fare a meno, cercate quello migliore e fate attenzione alla presenza di additivi e sostanze sintetiche.