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Scegliere il caffè giusto

Alla base di tutto vi è, naturalmente, la scelta di un buon caffè, che può essere in chicchi oppure macinato a seconda delle preferenze. Al di là delle tantissime marche e tipologie oggi a disposizione, bisogna sempre tenere a mente che il caffè della varietà Arabica tende ad essere più dolce e armonico, mentre quello della Robusta presenta un sapore più forte ed amaro.

Detto questo, si può scegliere di acquistare un caffè di tipo commerciale come quelli che si trovano nei punti vendita della grande distribuzione, oppure una specialità prodotta da una torrefazione locale, ricordandosi che un prodotto di qualità ha il suo prezzo e che in tal senso anche il caffè non fa eccezione.

Come preparare il caffè perfetto

Fare il caffè perfetto con la Moka

Preparazione della moka

Non sempre l’acqua che esce dal rubinetto di casa è perfettamente insapore e inodore, a causa della presenza di cloro e di un residuo fisso medio-alto. Pertanto si consiglia di impiegare dell’acqua di bottiglia, che dia la garanzia di un miglior risultato finale. L’acqua deve essere versata nella caldaia della moka a temperatura ambiente (mai farla scaldare prima per velocizzare i tempi di preparazione del caffè!), aggiustando il livello sino a farne apparire un velo sulla superficie del filtro inserito.

Si può ora collocare il caffè nel filtro, senza pressarlo, sino ad ottenere una sorta di montagnola proprio al centro. Dopo averlo leggermente appiattito con la parte convessa del cucchiaino, il caffè va bucherellato 3 o 4 volte con uno stuzzicadenti. A questo punto non rimane che avvitare sulla caldaia la metà superiore della moka (“raccoglitore”), stringendo forte per evitare fuoriuscite di liquido.

Aspettando la fuoriuscita del caffè

La moka va collocata sul fuoco più piccolo della cucina tenendo la fiamma piuttosto bassa, perché per ottenere un buon caffè bisogna saper aspettare qualche minuto in più. Quando si sentirà l’acqua bollire si consiglia di abbassare ulteriormente la fiamma per favorire un lento processo di fuoriuscita del caffè (c’è addirittura chi spegne del tutto il gas non appena inizia l’ebollizione), lasciando la caffettiera sui fornelli solo il minimo indispensabile. Guai a dimenticarsi il caffè sul fuoco, poiché l’ebollizione lo comprometterà in modo irrimediabile!

Prima di versarlo nelle tazzine, il caffè deve essere mescolato con un cucchiaino direttamente nel raccoglitore della moka allo scopo di omogeneizzarlo, poiché il liquido risulta più denso verso il fondo. Una volta pronto, il caffè va bevuto subito.

Manutenzione e pulizia della moka

Un buon caffè non può nascere senza una buona moka, e il detto secondo il quale più si usa una macchinetta, e più il suo caffè è migliore, è tutt’altro che una leggenda metropolitana. Pertanto per mantenere elevati standard qualitativi c’è solo una cosa da fare: continuare a usare la caffettiera!

Una volta impiegata, la caffettiera può essere lasciata chiusa sino alla preparazione del caffè successivo, in modo tale da saturarla di aromi; naturalmente, non bisogna lasciar passare dei giorni tra un uso e l’altro, poiché potrebbero formarsi muffe, incrostazioni e cattivi odori. La caffettiera va rigorosamente lavata da fredda e solo con acqua, non usando mai saponi, spugne o altri prodotti detergenti.

Sostituzione dei componenti della moka

Periodicamente è necessario sostituire la guarnizione della caffettiera, tenendo sempre in considerazione che i primi caffè non saranno eccezionali proprio perché il nuovo componente deve essere “rodato”: per evitare delusioni, meglio gettarne via due o tre. Poiché tende ad ostruirsi con il caffè anche il filtro deve essere pulito ogni tanto, utilizzando degli stuzzicadenti per liberare i fori. È anche possibile sostituire questo componente, tenendo conto delle indicazioni riportate per la guarnizione.

Fare il caffè perfetto con la caffettiera napoletana

Che la chiamiate cuccumella o caffettiera napoletana, una cosa è certa: con questo bricco è possibile preparare una delle tipologie di caffè in assoluto più tradizionali del nostro paese. Originaria, come del resto dice il nome, della città di Napoli, questa caffettiera ha avuto una grande diffusione ed è facilmente riconoscibile per via del suo design molto speciale.

caffè con la caffettiera napoletana

Pare che l’invenzione della cuccumella, risalente ai primi decenni dell’Ottocento, sia scaturita dal desiderio di bere il caffè senza il fastidio della presenza dei grani macinati. Prima della nascita della caffettiera, infatti, non si conoscevano altri modi di ottenere questa bevanda all’infuori della preparazione “alla turca”, che consisteva (e consiste tuttora) nel far bollire insieme acqua e caffè macinato, e versare questo composto direttamente nella tazza. Il fatto di poter tenere separata la polvere del caffè dall’infuso rappresentò una vera e propria rivoluzione destinata a cambiare per sempre le modalità di preparazione di questa bevanda.

Come è fatta la caffettiera napoletana

L’etimologia del nome “cuccumella” non è ben chiara: potrebbe derivare da un termine latino, oppure dalla somiglianza della caffettiera napoletana con un cocomero.

Sono diversi gli elementi che vanno a formare questa caffettiera: alla base vi è il serbatoio dell’acqua, dotato di manico e di un forellino per lo sfiato del vapore, nel quale viene inserito un contenitore dove si mette il caffè macinato. Questo contenitore è corredato di un filtro che trattiene la polvere; al di sopra viene avvitato un altro serbatoio, stavolta per il caffè, dotato di un manico e di un beccuccio.

La particolarità di questo beccuccio è che, mentre il tutto viene preparato, esso è rivolto verso il basso: per gustare il caffè è necessario capovolgere la caffettiera napoletana con un movimento deciso.

Preparare il caffè con la caffettiera napoletana

Il procedimento di preparazione è leggermente più complesso rispetto a quello di una moka tradizionale. Si inizia riempiendo di acqua il serbatoio inferiore, e mettendo il caffè macinato nell’apposito contenitore senza pressarlo. Sul contenitore va poi inserito il filtro, dopodiché questo va avvitato al serbatoio dell’acqua. Il serbatoio del caffè va avvitato poi su quello dell’acqua, facendo attenzione a far combaciare la posizione dei due manici.

Si mette poi la caffettiera napoletana sul fuoco medio, e si aspetta la fuoriuscita di un piccolo sfiato di vapore dalla valvola situata sul serbatoio dell’acqua. Ciò significa che la cuccuma è pronta per essere rovesciata: si spegne il fuoco, e con un gesto deciso si procede con il capovolgimento della caffettiera (attenzione a non scottarsi!). Spinta dalla forza di gravità, l’acqua calda contenuta nel serbatoio superiore passerà attraverso il caffè macinato e il filtro, per poi andare a raccogliersi nel serbatoio inferiore.

In genere ci vogliono diversi minuti affinché l’acqua defluisca completamente nel serbatoio inferiore, e le tempistiche si dilatano a seconda del grado di pressatura del caffè. Una volta terminato il processo, si potrà versare nelle tazzine dell’ottimo caffè grazie al beccuccio tornato in posizione corretta.

Consigli e trucchi per usare la caffettiera napoletana

Il caffè che si ottiene dalla cuccumella è caratterizzato da un gusto pieno ma al tempo stesso da un corpo leggero. Preparare questo caffè è un vero e proprio rito casalingo in cui la gestualità e l’attesa sono momenti importanti, da vivere con lentezza, come descritto da tanti napoletani illustri fra i quali anche il grande Eduardo De Filippo.

Per la pulizia della caffettiera napoletana dopo l’uso si consiglia di impiegare solamente acqua calda, evitando se possibile i detergenti. E, infine, un piccolo trucco affinché il caffè napoletano risulti ancor più buono: dopo che la cuccumella è stata capovolta, sul beccuccio è bene collocare un piccolo cono di carta allo scopo di evitare la dispersione degli aromi durante la lenta discesa del caffè. Questo conetto è conosciuto con il termine dialettale di coppitiello o cuppetiello.

Scegliere la tazzina giusta: vetro o ceramica?

In alcuni bar può capitare che ci venga chiesto se desideriamo un caffè “in tazza normale” o un caffè “al vetro”. Abituato come siamo a bere l’espresso nella solita tazzina di porcellana, molti di noi entrano un po’ in crisi con una simile domanda. Ma quali sono, se esistono davvero, le differenze fra i due modi di gustare il caffè? Si tratta solo di una questione legata all’estetica o vi è una qualche giustificazione “scientifica” a riguardo?

Da che mondo è mondo, il caffè al bar si beve nella classica tazzina di porcellana. O no? Negli ultimi anni ha preso piede anche l’alternativa “al vetro”, ovvero servire il caffè in tazzine di vetro trasparente di forma conica, spesso dotate di un piccolo manico in metallo.

Vi sono diversi motivi per cui le persone possono decidere di optare per la tazzina di vetro. Così facendo, infatti, è possibile gustare il caffè con gli occhi prima che con le papille gustative: è esteticamente gradevole osservare il colore scuro del caffè fondersi con quello nocciola della sua schiumina o, nel caso del caffè macchiato, con il bianco della densa spuma di latte.

Il colore del caffè, ma soprattutto la presenza di schiuma sulla sua superficie, sono inoltre da considerarsi indicatori importanti in merito alla qualità della bevanda in questione. Se la schiuma risulta densa, spessa e persistente, allora il caffè è veramente di buona qualità e varrà la pena di ritornare in quel bar.

Pro e contro delle tazzine da caffè in vetro

I “puristi” del caffè probabilmente non ordineranno mai l’espresso in una tazzina di vetro, per il semplice motivo che questa bevanda è da bere tradizionalmente nella porcellana. Un consumo alternativo potrebbe risultare inappropriato come, ad esempio, lo sarebbe bere una buona birra tedesca non in un boccale di vetro, ma da un bicchiere da frappè.

Le tazzine di porcellana, inoltre, essendo più spesse riescono a trattenere meglio il calore della bevanda che contengono, facendo gustare sino all’ultimo sorso tutti gli aromi e i profumi del caffè. D’altro canto, però, essendo le tazzine in vetro di forma più stretta ed allungata, il loro profilo permette alla schiuma del caffè di mantenersi più a lungo e di preservare il liquido sottostante dal contatto con l’aria. Tante scuole di pensiero, insomma, anche se sui gusti personali come si sa non si discute: e voi, come preferite bere il vostro caffè?

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Milena TalentoMilena Talento17 Maggio 2024

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