Dibattito riguardo alla ricerca sugli Ogm
Oggi c’è una certezza che nessuno potrà obiettare: molte varietà vegetali che si portano in tavola sono il risultato di selezioni assistite da vere e proprie tecniche biotecnologiche. Basti pensare che soltanto nell’arco degli ultimi sessant’anni sono state create più di 2.000 varietà.
Il dibattito scientifico e la ricerca sugli Ogm sono sempre al centro dell’interesse mondiale e la situazione a livello di normativa cambia anche da Paese a Paese: in Italia, ad esempio, la coltivazione di Ogm è vietata, mentre negli Stati Uniti la soia geneticamente modificata è più diffusa di quella proveniente dall’agricoltura tradizionale.
Anche se in Italia la coltivazione degli Ogm e il loro utilizzo nell’allevamento o nella trasformazione dei prodotti è vietata, è comunque legale l’importazione di alimenti che contengono ingredienti Ogm purché questo sia espressamente riportato sull’etichetta della confezione del prodotto.
L’articolo 23 della Direttiva n. 2001/18/Ce (Clausola di salvaguardia) del Parlamento europeo e del Consiglio riguardo all’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati sancisce, infatti, che ogni Stato può sospendere la coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul proprio territorio, anche se ne è permessa l’importazione.
Ecco allora che è facile capire che la ricerca sugli Ogm e il loro utilizzo riguarda tutti i consumatori.
Sperimentazione in Italia
In Italia ci sono stati casi di sperimentazione sugli Ogm. Uno dei più recenti balzato alla cronaca riguardo alla ricerca sugli Ogm è il caso della sperimentazione del Mais Mon810 coltivato nei campi di Vivaro, in provincia di Pordenone, sperimentazione che ha attirato l’attenzione e il parere contrario di consumatori, associazioni di categoria e del Governo italiano. Il permesso alla sperimentazione era stato rilasciato dal Consiglio di Stato, ma le autorità governative italiane hanno poi bandito ogni sperimentazione successiva nel territorio italiano.
A luglio 2013 la Camera dei Deputati ha approvato una mozione che vieta ogni tipo di iniziativa di diffusione in Italia di agricoltura con prodotti Ogm (con 361voti favorevoli alla mozione e nessun voto contrario). Tra i tanti obiettivi c’è anche quello di evitare ogni tipo di contaminazione ambientale e delle colture agricole locali; infatti i terreni utilizzati per le sperimentazioni di prodotti Ogm devono poi essere anche bonificati ed è necessario evitare che le sementi Ogm possano inquinare i terreni limitrofi coltivati con i metodi dell’agricoltura tradizionale.
Ricerca sugli Ogm nel mondo
Secondo alcuni dati pubblicati da UniversoFood.net, ci sono 28 Paesi che al mondo coltivano Ogm e gli ettari di terreno con colture Ogm nel 2012 sono stati circa 170,3 milioni. Se si fa un confronto con il passato, risulterà subito evidente il grande incremento della coltivazione Ogm: basti pensare che nel 1996 gli ettari coltivati a Ogm erano solo 1,7 milioni, quindi in una quindicina di anni c’è stato un aumento di oltre cento volte di superficie destinata a tale tipo di colture.
In Europa i Paesi in cui si coltivano Ogm sono la Spagna, il Portogallo, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Romania e la nazione con una maggiore produzione è la Spagna, mentre a livello mondiale al primo posto per la produzione Ogm ci sono gli Stati Uniti (69,5 milioni di ettari), seguiti da Brasile (36,6 milioni di ettari), Argentina (23,9 milioni di ettari), Canada (11,6 milioni di ettari), India (10,8 milioni di ettari), Cina (4 milioni di ettari), Paraguay (3,4 milioni di ettari), Sudafrica (2,9 milioni di ettari), Pakistan (2,8 milioni di ettari).
Specie vegetali e caratteristiche
La ricerca sugli Ogm ha dimostrato che alcune specie possono essere rafforzate per quanto riguarda alcune loro caratteristiche.
Ecco alcuni esempi di specie geneticamente modificate e le caratteristiche ottenute o potenziate:
mais: resistenza nei confronti di insetti e virus e tolleranza a diserbanti;
soia: tolleranza a diserbanti;
patata: resistenza all’attacco di insetti e amido modificato;
melanzana: resistenza all’attacco degli insetti;
zucchina: resistenza ai virus;
pomodoro: tolleranza della siccità e maggiore resa a livello di produzione;
bietola: resistenza a virus e maggiore tolleranza a diserbanti;
riso: resistenza agli insetti;
fragola: resistenza nei confronti di funghi patogeni e morfologia del frutto modificata;
kiwi: resistenza ai funghi patogeni e morfologia modificata;
tabacco: resistenza ai funghi;
cicoria: tolleranza ai diserbanti;
ulivo: morfologia modificata;
geranio: morfologia modificata.
Riferimento per l’approfondimento
UniversoFood.net
www.universofood.net
Nel sito della UniversoFood.net si trovano informazioni e notizie sull’agricoltura e sul settore alimentare con articoli riguardanti anche la ricerca sugli Ogm.