Omega 3 per bambini affetti da malattie e disturbi neurologici
Una domanda ricorrente riguarda il rapporto tra Omega 3 e cervello. Certamente, negli ultimi anni questi acidi grassi vengono sempre più studiati dai ricercatori che si occupano del trattamento dei bambini che soffrono di una serie di disturbi e malattie psichiche, come ad esempio:
- Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
- Disturbi dello spettro autistico (o disturbi pervasivi dello sviluppo)
- Disprassia
- Disturbi del neurosviluppo
Nonostante non sia ancora stata dimostrata la reale efficacia degli Omega 3 in tali contesti, questi grassi polinsaturi sono considerati da molti esperti come nuovi, promettenti approcci alternativi ai trattamenti convenzionali. Ad esempio, una ricerca pubblicata nel 2006 sulla rivista International Review of Psychiatry ha dimostrato come la somministrazione di oli di pesce contenenti Omega 3 possa portare ad una riduzione dei sintomi nei bambini affetti da sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Per il momento, tuttavia, non vi sono ancora prove scientifiche certe che un’integrazione alimentare a base di Omega 3 possa effettivamente ridurre i disturbi dello spettro autistico; la ricerca va comunque avanti.
I disturbi di natura psichiatrica
Alcune ricerche sul rapporto tra Omega 3 e cervello sembrano suggerire che la loro somministrazione possa essere di aiuto per il trattamento della depressione associata al disturbo bipolare. Purtroppo, per il momento, non esistono ancora prove inconfutabili di tali effetti. Ciononostante, sembra che un aumento degli Omega 3 nell’alimentazione di chi soffre di depressione possa portare al miglioramento della qualità della vita.
Omega 3 e cervello: il declino cognitivo
Le ricerche medico-scientifiche sul rapporto tra gli Omega 3 e cervello hanno dimostrato che uno di essi in particolare, l’acido docosaesaenoico (DHA), è in grado di promuovere la neurogenesi (ovvero la produzione di nuove cellule del sistema nervoso) sia in vitro che in vivo. I risultati di alcuni studi epidemiologici, inoltre, suggeriscono che il consumo di Omega 3 possa ridurre il rischio di demenza senile.
Per il momento, invece, i test effettuati su pazienti già affetti da demenza senile si sono rivelati inconcludenti. Ad ogni modo, sembra che vi possano essere dei benefici nel trattamento con Omega 3 di pazienti che mostrano segni di declino cognitivo, ma la cui situazione non è così grave da rientrare nella categoria delle persone affette da demenza senile.