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Origine della curcuma

Al pari di moltissime altre spezie, anche la curcuma proviene dall’Asia e, in particolare, dalle zone tropicali del subcontinente indiano il cui clima è tipicamente caldo-umido. La pianta, il cui nome scientifico è Curcuma longa, è strettamente imparentata con lo zenzero – poiché appartiene alla medesima famiglia, quella delle Zingiberaceae – e la parte di uso commerciale è la sua radice (“rizoma”).

Il rizoma tipicamente viene fatto bollire per oltre mezz’ora per poi essiccarlo in forno, e ridurlo in una polvere di colore giallo-arancione intenso. La spezia così ottenuta, essendo completamente essiccata, si conserva a lungo ed è facile da trasportare. Per via del suo colore intenso, essa viene apprezzata non solamente per gli impieghi culinari più disparati ma anche per la tintura economica dei tessuti.

Caratteristiche nutrizionali della curcuma

Ad essere responsabile del profilo organolettico tipico della curcuma è la curcumina, presente in quantità del 3% circa sul totale e che tra l’altro è inserita nella lista degli additivi alimentari (coloranti) con il codice “E100”. Il sapore di questo ingrediente è difficile da descrivere, ma gli aggettivi che più si addicono sono terroso, pepato e amarognolo, con una punta di senapato. La curcuma è ricca di sostanze antiossidanti benefiche per l’organismo, poiché in grado di contrastare gli effetti deleteri dei radicali liberi.

La spezia è inoltre apprezzata dalla medicina ayurvedica da quasi cinquemila anni per via delle sue proprietà benefiche sui processi digestivi e delle sue applicazioni per curare affezioni dermatologiche come eczemi, herpes e fuoco di Sant’Antonio.

Al momento non esistono studi scientifici che abbiano dimostrato la validità dell’impiego della curcuma in ambito medico-farmaceutico, anche se alcune indagini preliminari lasciano intendere che effettivamente la spezia potrebbe aiutare nella cura di alcune patologie.

La curcuma in cucina

Data la sua zona di origine, non stupisce che questo ingrediente sia molto apprezzato nell’ambito della cucina indiana, soprattutto per la preparazione di pietanze saporite ma anche per alcune tipologie di dessert. Uno degli impieghi più tipici è ad esempio la produzione del curry, il tipico mix di spezie indiano che ben si presta ad essere utilizzato per un’ampia varietà di ricette. Grazie al suo spiccato potere colorante, la curcuma è impiegata diffusamente per conferire un aspetto giallo vivo a riso, prodotti da forno, specialità lattiero-casearie o bibite analcoliche, e persino yogurt, gelati e glasse.

A seconda della disponibilità l’ingrediente può essere anche impiegato fresco, un po’ come avviene con lo zenzero, che viene tagliato in pezzi e aggiunto direttamente ai cibi durante la cottura.

In alcune zone dell’India dove la spezia viene coltivata è diffuso anche il consumo delle sue grosse foglie, che da fresche vengono utilizzate per avvolgere i cibi prima di cuocerli; questo impiego conferisce alle pietanze un sapore caratteristico

Alimentazione

Frutta esotica "minore"

Milena TalentoMilena Talento12 Maggio 2011

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