Cosa significa “auto produzione degli alimenti”. 1
Coltivare in casa i prodotti della terra. 1
Auto produzione domestica di alimenti 2
Link a siti web utili per approfondire l’argomento dell’autoproduzione di alimenti in casa. 3
Quante volte è capitato di sentir dire, o pronunciare personalmente, frasi del tipo: “Questi pomodori non sanno proprio di nulla”. Se poi avete origini contadine, sarà probabile che ripensiate con nostalgia, alla vista di un ortaggio sproporzionatamente enorme o di una zucchina che sembra artificiale, all’orto che coltivavano i nostri avi nella casa di campagna. Dolci abbandoni ai ricordi che giustificano il fenomeno “cibo biologico”, che sta sempre più conquistando il cuore degli italiani e maggiori introiti ai supermercati, dimostrando che c’è una tendenza a ritornare al vecchio caro prodotto genuino di una volta.
Cosa significa “auto produzione degli alimenti”
In questa breve esposizione saranno fornite notizie utili agli utenti al fine di produrre autonomamente prodotti di largo consumo alimentare. La prima parte è dedicata a chi dispone di un piccolo giardino o appezzamento di terreno; con pochi investimenti iniziali, questi spazi possono essere trasformati in dei veri e propri orti e frutteti. Nella seconda parte invece si esporranno i modi per conservare i cibi prodotti o acquistati al mercato, oltre ai procedimenti per produrne tout court a casa (pane e yogurt ad esempio) ottenendo anche un risparmio economico.
Coltivare in casa i prodotti della terra
Ritrovare un bel rapporto con la natura, soprattutto per chi vive nelle grandi città e conduce una vita sostanzialmente sedentaria, è fondamentale. Cimentarsi nella cura dell’orto o di un frutteto non solo permetterà la produzione di cibi sani, ma farà riacquistare quella manualità e quel contatto con la terra, sempre più trascurato.
Senza voler entrare nei dettagli tecnici, che richiederebbero troppo tempo, e per i quali si rimanda il lettore alla sezione conclusiva di questa guida, ecco dei semplici consigli per iniziare. Se disponete di un appezzamento di terreno attorno a casa e magari già lo impiegate a giardino, gli attrezzi per iniziare in sostanza li possedete già.
Se possedete un terreno dei vostri genitori, ma è abbandonato da anni, allora si consiglia di rivolgersi a un vicino che possiede già questo hobby e soprattutto i mezzi necessari, che potrà dissodarvi il terreno e, perché no, darvi anche qualche “dritta” iniziale.
Se volete a tutti i costi produrre qualcosa ma il massimo di bucolicità la potete esprimere soltanto in un balcone, non disperate perché c’è speranza anche per voi; in questo caso, poiché presumibilmente lo spazio non sarà grande, si consiglia di coltivare verdure che sono normalmente ad alto rischio di pesticidi: lattuga, pomodori, peperoni, oltre agli immancabili “odori” quali salvia, rosmarino, basilico.
In tutti i casi sopraccitati, resistete alla tentazione di “ingrossare” le vostre piante somministrandole dosi eccessive di concime chimico o prodotti per la profilassi (limitare per lo meno il loro uso al minimo indispensabile); con pochi gesti, infatti, non fareste altro che annullare una dei principali obiettivi dell’autoproduzione: la genuinità. Del resto, qualità non è quasi mai sinonimo d’abbondanza.
Fatto cenno ai fondamenti, è il caso di spendere qualche considerazione sui tempi di realizzazione. A grandi linee, l’estate è la stagione che richiede maggiore impegno di lavoro e tempo; ad esempio c’è da irrigare quasi tutti i giorni l’orto. Per fortuna la tecnologia può venirvi incontro. Con l’acquisto di un semplice impianto d’irrigazione automatico, grazie a un temporizzatore programmabile, si potrà ottenere l’irrigazione nei tempi e nei modi desiderati anche in vostra assenza.
L’estate è anche la stagione della raccolta delle verdure; raccoglierle quotidianamente sarebbe l’ideale, ma si può ridurre la frequenza a un paio di volte la settimana. Nei restanti mesi dell’anno le colture presenti nell’orto non necessitano di particolari cure. Nei mesi più freddi bisognerà coprire le colture più sensibili alle basse temperature (lattuga ad esempio) con un apposito tessuto non tessuto, facilmente reperibile nei negozi specializzati e nelle ferramente. Per il resto ci si limiterà alla concimazione e alla lavoratura del terreno.
Frutteto in casa
Per il frutteto, in linea di massima, le operazioni da compiere nell’arco dell’anno solare sono:
- La potatura delle piante da frutto nei primissimi mesi dell’anno.
- Nello stesso periodo si possono concimare le piante.
- Trattamenti fitosanitari effettuati nei tempi e nei modi indicati sulle confezioni dei prodotti; per maggiori informazioni ci si può rivolgere direttamente ai negozi specializzati.
- La raccolta dei frutti, che secondo la specie spazierà generalmente da primavera (ciliegie) al tardo autunno (kaki, kiwi ad esempio).
Auto produzione domestica di alimenti
Passiamo ora alla seconda fase del processo di autoproduzione: quella della conservazione dei prodotti raccolti sul terreno, e alla produzione domestica tout court d’altri generi alimentari di larghissima diffusione quali pane e yogurt ad esempio.
Rispetto al primo punto, con un minimo dispendio di energia e pazienza si riescono a preparare delle confetture di frutta che non hanno nulla da invidiare a quelle in commercio. Per la preparazione ci si serve di prodotti che riducono i tempi di cottura a pochissimi minuti (essendo a base di pectina); zucchero in quantità indicate normalmente sulla confezione del preparato; dei semplici contenitori di vetro resistenti al calore, e frutta naturalmente.
Anche la preparazione della conserva di pomodoro è pur sempre conveniente, sia con pomodori prodotti nel proprio orto che acquistati al supermercato (c’è sempre la possibilità di ricorrere ad aziende agricole in grado di garantire il limitato uso di prodotti chimici); così si risparmieranno soldi e soprattutto i conservanti normalmente usati nella produzione industriale.
Fare lo yogurt in casa
Preparare lo yogurt in casa, per chi ne fa un consumo quotidiano, permette alla fine dell’anno di risparmiare oltre che danaro anche: un’ingente quantità di plastica usata per fabbricare i vasetti, litri di gasolio necessario per far viaggiare lo yogurt da un angolo all’altro dell’Italia. Infine si ottiene un prodotto che merita di coniarsi di questo nome (molti yogurt, infatti, al loro interno contengono una dose di conservanti tale che se da un lato garantiscono la lunga conservazione, dall’altra uccidono gran parte dei fermenti lattici vivi).
Per iniziare bisogna acquistare in farmacia i fermenti lattici in polvere (ne esistono di più tipi, ma per maggiore chiarezza consultare il sito); procurarsi poi un litro di latte a lunga conservazione (requisito necessario affinché si abbia la sicurezza che al suo interno non ci siano altri batteri, nemici del processo di trasformazione; se si sceglie del latte fresco, farlo bollire per pochi minuti).
Portarlo alla temperatura massima di circa 40-45 gradi centigradi; aggiungendo i fermenti lattici a questa temperatura si innesca il processo di trasformazione. Dato che si produce calore, basterà avvolgere il contenitore di vetro in un panno di lana per garantire l’isolamento. In alternativa si possono usare delle yogurtiere provviste di resistenze elettriche dal consumo limitato che mantengono la corretta temperatura.
Aggiungendo i fermenti di sera, il mattino seguente lo yogurt sarà pronto. Le volte successive sarà sufficiente tenersi un po’ di yogurt per poi aggiungerlo al latte e avviare un’altra volta il processo.
Fare il pane in casa
Fare il pane in casa non è altro che ripetere azioni che fino a pochissimi decenni fa costituivano la normalità per i nostri avi. Nella sezione finale ci sono dei link che descrivono in maniera esauriente le operazioni da compiere. Qui si vuole solo sottolineare che il pane fatto in casa ha dei tempi di conservazione più lunghi rispetto alla maggior parte di quelli acquistati; le spese, al contrario, per la produzione sono molto più basse. Infine, si possono scegliere direttamente farine biologiche e d’altri tipi rispetto a quelle tradizionali di frumento (segale, orzo, avena).
Conclusioni
In conclusione, la scelta di produrre autonomamente molti cibi, comporta notevoli vantaggi, che vale la pena riassumere brevemente:
Curando un orto o un frutteto si riacquista un contatto con la natura da molte persone perso, o peggio ancora, mai avuto; inoltre si può svolgere attività fisica all’aria aperta, provando un’enorme soddisfazione al momento del raccolto.
Mangiando cibi genuini si evita l’ingestione di agenti chimici nocivi (conservanti, coloranti, pesticidi), molto spesso presenti nei prodotti industriali.
Risparmiare qualche euro non rinunciando a nulla del nostro attuale tenore di vita.
Link a siti web utili per approfondire l’argomento dell’autoproduzione di alimenti in casa
Decrescita felice
www.decrescitafelice.it
Sito ufficiale del Movimento per la Decrescita Felice.
Giardinaggio facile
www.giardinaggiofacile.it
Guida gratuita per apprendere i fondamenti del mestiere dell’agricoltore.
Agricoltura Web
www.agricolturaweb.com
Sito aggiornato che presenta molti canali tematici, utili per soddisfare le principali curiosità riguardo al mondo dell’agricoltura.
Informatore agrario
www.informatoreagrario.it/index.asp
Sito delle “Edizioni l’Informatore Agrario” che pubblica le principali riviste italiane sul mondo dell’agricoltura.
Bilanci di giustizia
www.bilancidigiustizia.it
All’interno del sito c’è una guida dettagliata sul come preparare il pane a casa.