Natale: a tavola la tradizione
Sommario
Natale: a tavola la tradizione. 1
Piatti regionali del Natale. 2
Gli appuntamenti più importanti che vedono le famiglie riunirsi attorno alle tavole imbandite nel periodo delle feste natalizie sono la cena della Vigilia di Natale e il pranzo o la cena del 25 dicembre, anche se questo ultimo appuntamento sembra essere quello meno diffuso dato anche l’abbondanza delle portate consumate nei due pasti precedenti.
Il menu delle feste natalizie varia da regione a regione, secondo costumi, tradizioni e usanze che si tramandano di generazione in generazione e poi spesso, all’interno delle stesse famiglie, si consolidano consuetudini e ricette a sua volta personalizzate.
Trascorrere il Natale a tavola assieme a genitori, figli, nonni e nipoti è una usanza così diffusa che anche in tempo di crisi la spesa degli italiani per imbandire la tavola delle feste sembra non badare a rinunce. Una recente ricerca della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) conferma infatti dei dati molto curiosi: la spesa degli italiani per il Natale 2011 risulta essere molto simile a quella fatta nel corso del 2010, come dire che è meglio rinunciare a qualche regalo in più o a qualche viaggio costoso e deliziare il palato. L’indagine è stata fatta su quelle che sono le intenzioni e i programmi degli italiani per il Natale 2011: si preferisce fare regali meno costosi ma la spesa per il Natale non bada a tagli.
Secondo i dati pubblicati da Cia ogni famiglia in media spenderà circa 140 euro per la cena e il pranzo natalizio con una spesa totale che si aggira sui 3,2 miliardi di euro comprendente prodotti alimentari e bevande. Al contrario la spesa per acquistare regali scende del 3,5% rispetto al 2010 e anche il settore dei viaggi cala di circa il 7%.
Da una ricerca della Coldiretti emerge addirittura che il settore dei generi alimentari per le spese del 24, 25 e 26 dicembre batte quello dell’hi-tech che è uno dei settori commerciali in crescita di anno in anno. I dati della Coldiretti sottolineano inoltre che ogni famiglia spenderà circa 625 euro per le festività natalizie di cui il 22% in generi alimentari. Degli italiani intervistati nel corso dell’indagine della Coldiretti ben il 52% dichiara che sotto l’albero di Natale preferirebbe trovare il classico cesto o pacco natalizio con prodotti alimentari, contro il 13% che desidererebbe un capo di abbigliamento o un 12% che preferirebbe libri o dvd.
Il Natale trascorso a casa magari attorno a una bella tavola accomuna così il desiderio e le aspettative di tanti italiani che restano fedeli a tradizioni e usanze e che considerano il Natale come uno dei momenti irrinunciabili da trascorrere in famiglia.
Natale: tutti a tavola
Ben 9 italiani su 10 hanno deciso di trascorrere la cena della Vigilia di Natale e il Pranzo del 25 dicembre a casa assieme a parenti ed amici preferendo la propria abitazione al ristorante. Sempre meno anche coloro che scelgono di andare a fare un viaggio a Natale, sia perché il settore viaggi risente della crisi economica, sia perché comunque negli italiani è molto forte la tradizione e l’usanza di trascorrere il Natale in famiglia.
E cosa si mette nel carrello della spesa? Sicuramente non mancano carne, pesce, pasta fresca e naturalmente i dolci tipici natalizi. I prodotti alimentari preferiti sono quelli di origine italiana così come un occhio di riguardo è riservato alla scelta dei vini e degli spumanti da accompagnare alla cena o al pranzo. Meno successo per i prodotti più costosi come caviale, salmone, ostriche, frutta esotica, a cui si preferiscono prodotti tradizionali, regionali o comunque tipici.
Secondo Coldiretti la spesa degli italiani per le feste di Natale è ripartita nel modo seguente:
- carne e salumi (18,5%)
- pasta e pane (14,2%)
- pesce (11,8%)
- ortaggi, frutta, conserve (15,3%)
- spumanti, vini e bevande in genere (14,7%)
- dolci tradizionali come panettoni, pandori e torroni (12,4%).
Piatti regionali del Natale
In totale sono centinaia i piatti che si mettono in tavola per la cena della Vigilia o il pranzo di Natale in tutte le regioni d’Italia.
Nord Italia
In Valle D’Aosta si possono gustare le carbonade ovvero delle fette di carne macerate nel vino rosso aromatizzato e cotte poi in padella
In Lombardia uno dei piatti più tradizionali del Natale è l’anguilla cotta nel cartoccio
In Piemonte tra i primi piatti ci sono ravioli e agnolotti, mentre a pranzo non mancano mai il bollito e il cappone in genere serviti con una insalatina di sarset.
In Veneto tra i piatti tradizionali della Vigilia di Natale ci sono i cosiddetti cornioi che sono lumache cucinate con vino bianco, aglio, burro, olio, prezzemolo e sedano, mentre spostandosi a Vicenza per il pranzo di Natale si servono minestre in brodo di manzo o cappone con tagliatelle e fegatini.
Per la Vigilia nel Friuli Venezia Giulia, in particolare a Trieste, in tavola c’è il risotto coi caperzoli o la pasta con le sarde salade, e per il pranzo di Natale una delle prelibatezze della tradizione locale è il maialino cotto al forno accompagnato dal pane di Cristo.
Centro Italia
In Toscana, la notte della Vigilia viene cotto il bardiccio che è una salsiccia di maiale al finocchio, mentre come bevanda non si può rinunciare al vin brûlé.
Nelle Marche e in Umbria non c’è pranzo di Natale senza i cappelletti in brodo.
Sia in Umbria, che in Abruzzo e Lazio, la Vigilia di Natale è usanza mangiare il pesce.
Spostandosi nell’Emilia Romagna tra i piatti della tradizione ci sono gli spaghetti alle sarde o al tonno, i tortelli di zucca conditi con il burro, mentre tra i dolci di Bologna non manca sulle tavole il cosiddetto Certosino o Pan speziale una ricetta tipica del Medioevo.
Tra i piatti abruzzesi ci sono i fidelini alle sarde, le anguille, il baccalà o i capitoni fritti, mentre l’usanza è quella di non consumare latte, uova e burro la notte di Natale. Celebri i dolci natalizi tra cui i famosi cagionetti (in dialetto “li caggiunitt”), ravioli fritti con ripieno di ceci, castagne, cioccolata e altro.
Il brodetto alla termolese e il timballo di lasagne preparato nel brodo di gallina sono invece due dei tanti piatti della tradizione gastronomica natalizia del Molise.
Sud Italia
Il giorno di Natale in Campania prevede la minestra maritata e tra i dolci ci sono gli struffoli, in Basilicata si preparano le scarpedde ovvero sfoglie di pasta che vengono fritte e poi condite con il miele, in Puglia per la cena della Vigilia non mancano sulle tavole natalizie tutti i tipi di frutti di mare mentre a Natale per pranzo si possono gustare vari tipi di piatti di carne.
In Calabria la tradizione vuole che fin dal 20 dicembre si inizino a preparare dei piatti tipici natalizi, in particolare vari tipi di dolci realizzati con fichi, olio e miele.
In Sardegna uno dei piatti tradizionali del Natale è la fregala ovvero una sorta di cuscus di semola condito con formaggio fresco.
In Sicilia tra i dolci di Natale uno dei più rinomati è la pietrafennula un dolce dall’impasto molto duro.
I dolci del Natale
Se è vero che l’Italia ha una enorme varietà di ricette locali e regionali riguardanti piatti e dolci legati alla tradizione del Natale, ce ne sono però alcuni divenuti celebri ovinque, e che sono ormai entrati di diritto nella lista di quelli che sono noti a livello nazionale e persino internaionale, divenuti ormai dei simboli stessi del periodo natalizio. Quali sono? Sforzate la memoria, cosa vi viene in mente? Panettone e Pandoro? Certamente, ma anche il Panforte. Scopriamoli assieme!
Pandoro
Il Pandoro è uno dei dolci natalizi più tipici e apprezzati da buongustai di tutte le età, per il suo gusto dolce, la sua morbidezza e il suo profumo inconfondibile. Anche i bambini in genere lo preferiscono al panettone perché rispetto a questo è privo di uvetta e canditi. La storia delle sue origini è legata a varie vicende e periodi storici: alcune tradizioni lo considerano un dolce di origine veneta risalente sembra addirittura al Cinquecento, dolce amato allora dai nobili e ricoperto da foglie d’oro e detto per questo Pan de Oro, secondo altre tradizioni esso proviene invece dal territorio viennese.
Oggi in commercio oltre al tradizionale pandoro ricoperto solo dallo zucchero a velo, si trovano pandori farciti al cioccolato, al caffè o alla crema. In alcune ricette casalinghe il pandoro viene tagliato a fette orizzontali, farcito con crema di mascarpone e le varie fette vengono poi ridisposte una sopra l’altra in modo sterzato a formare di nuovo la forma finale del pandoro che però in tale modo richiama quella di un albero di Natale che può essere poi decorato con altre leccornie per richiamare le palline di Natale.
Approfondisci il Pandoro
Panettone
Il panettone tradizionale è quello farcito con uvetta e canditi, ma oggi si trovano una gran varietà di panettoni farciti nei modi più diversi: con creme, con gocce di cioccolato, inzuppato nel rhum o in altri liquori. La sua origine è legata a varie leggende e in una di queste si narra che sia stato il protagonista di una storia d’amore: un certo Ughetto degli Antellari, per conquistare la figlia di Ludovico Sforza, aveva infatti preparato un pane dolce farcito di uvetta, scorze candita di arancia e scorze di cedro.
In un’altra leggenda si racconta invece che un cuoco di nome Toni fece bruciare il pane dolce preparato per il giorno di Natale e per rimediare all’errore lo ricoprì con uvetta e frutta candita. Il dolce piacque così tanto che da allora fu chiamato “pane di Toni” e da qui il nome “Panettone”.
Approfondisci il Panettone
Panforte
Il panforte è un dolce natalizio italiano che sembra sia stato fatto per la prima volta addirittura nell’anno Mille, tempo in cui era considerato un dolce molto prelibato tanto che a consumarlo erano solo nobili, clero e ricchi dato che era fatto con spezie molto rare e preziose per quel periodo. Un tempo veniva chiamato Pane Natalizio oppure Pan Pepatus o Pane Aromatico.
Il Panforte Margherita è uno dei panforti più tipici ed è legato alla visita della Regina Margherita di Savoia alla città di Siena occasione in cui questo dolce fu preparato dal famoso speziale Enrico Righi. La città italiana legata alla produzione del panforte è infatti Siena da cui fin nel passato veniva esportato in altre città come Venezia. La tradizione vuole inoltre che gli ingredienti del panettone senese tradizionale siano 17 come il numero delle contrade del palio di Siena: farina di grano, miele, zucchero, nocciole, noci, cedro candito, popone candito, mandorle, corteccia di cannella, pepe aromatico, scorza di limone candita, aranci canditi, corteccia di cannella, coriandolo, chiodi di garofano, pinoli, acqua per l’impasto.
Si consiglia di accompagnare il panettone a vini dolci come il Vin Santo, il Moscato, il Passito di Pantellerias, lo Spumante dolce.