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Origine della noce moscata

La noce moscata altro non è che il nocciolo del frutto della Myristica fragrans, una specie arborea originaria dell’arcipelago delle Molucche. Questo nocciolo, a sua volta, è racchiuso da un guscio duro ricoperto di una membrana carnosa di colore rosso (conosciuta botanicamente come “arillo”) dalla quale si ricava un’altra preziosa spezia, il macis: ecco perché entrambi i prodotti sono accomunati dalla medesima origine.

Anche se la noce moscata era già apprezzata sin dall’epoca degli antichi Greci e Romani, fu soprattutto durante il XV-XVII secolo che essa visse il suo momento di maggior gloria nei traffici mondiali, insieme ai chiodi di garofano e ad altre spezie che provenivano dalla medesima area geografica. Proprio per questo motivo portoghesi prima, e olandesi e inglesi poi, si contesero il dominio territoriale delle Molucche. Oggi i principali produttori mondiali di questa spezia sono Indonesia, India e l’isola caraibica di Grenada.

Caratteristiche nutrizionali della noce moscata

Ad essere responsabili del profilo organolettico tipico di questa spezia sono diversi oli essenziali volatili, che rappresentano fino all’80% del peso e che sono dominati dalla presenza del canfene.

Il modo migliore per gustare la noce moscata è impiegando il prodotto macinato fresco, poiché al pari di molte altre spezie anche i suoi sapori e profumi perdono rapidamente di intensità al contatto con l’aria.

Forse non tutti sanno che, se assunta in quantità eccessive, la noce moscata fresca può dare origine ad allucinazioni simili a quelle causate dall’atropina, a causa della presenza di un composto psicoattivo detto miristicina. Per questo motivo la spezia pare venisse usata come sostanza stimolante in alcune carceri statunitensi!

Secondo la medicina alternativa, il prodotto è un toccasana per combattere i disturbi del sistema nervoso e dell’apparato gastrointestinale, come ad esempio dispepsia, diarrea, coliche e flatulenza. Per la medicina occidentale, la noce moscata è invece in grado di svolgere un’azione antimicrobica contro alcuni ceppi batterici anche se non è attualmente impiegata in nessun tipo di terapia ufficiale.

La noce moscata in cucina

Mentre per i Romani questa spezia era un ricercato ingrediente da aggiungere alle bevande alcoliche, in epoca medievale la noce moscata veniva impiegata per usi culinari – insieme a cannella, chiodi di garofano e altre spezie – allo scopo di conservare le derrate alimentari e nascondere odori e sapori dovuti al deterioramento del cibo.

Ancor oggi la noce moscata trova un largo impiego in cucina, soprattutto in Asia, ma anche in nazioni europee come l’Olanda e la Scozia. Tra le preparazioni che maggiormente giovano dell’aggiunta di un pizzico di questo ingrediente troviamo in particolare i prodotti da forno e di pasticceria, oltre che diversi piatti a base di carne e alcune bevande alcoliche (come ad esempio l’eggnog tipico del periodo natalizio) ed analcoliche.

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